Scrive Roberto Roda: “… La danza è movimento simbiotico alla musica (e viceversa) ma pittura e musica non sono fra loro direttamente relazionabili. Musica e danza si diffondono nello spazio, la pittura può solo costringere la danza a farsi simulacro visivo imprigionato in uno spazio bidimensionale. Le figure della danza dei dipinti gallettiani diventano allora “qualcosa d’altro†e le danseuse diventano le note di un immaginario pentagramma, metafore visive condannate alla immobilità . Marinella stravolge l’essenza intima della danza e impone alle sue figure la costrizione bidimensionale di un foglio ligneo o di una tela. Chiama il Sax di Alessio Alberghini e lo costringe ad un’impresa impossibile, apparentemente irresponsabile, forse degna di una fiaba di magia: risvegliare dal loro immobilismo sordo i corpi congelati dal/nel segno …â€
I dipinti di Marinella Galletti sono espressione di un ‘saggio‘ sulla poetica dell’ anima danzante dell’arte ed euritmia della vita, nell’aderenza a temi come la pioggia, il risveglio, lo slancio, il salto, il prato, l'amore, il viaggio, nell’indagine esplorativa di archetipi, miti e ritmi. Di grandi, medie e piccole dimensioni, tecniche pittoriche ed esiti energetici, percettivi e psicologici, le opere rimandano allo specchio evolutivo di noi stessi.